Affacciata sulla valle del Mincio, la Parrocchiale di San Michele Arcangelo fu costruita sul luogo di un precedente tempio, tra il 1743, anno della posa della prima pietra, e il 1777 su progetto dell’architetto Domenico Rossi.
Di stile tardo barocco, caratterizzata da un andamento planimetrico ondulato con accentuati elementi verticali, la facciata è formata da due ordini sovrapposti di lesene poggiati su un basamento lapideo, culminanti in un timpano centrale sul quale è posta la statua di San Michele, titolare della chiesa.
La struttura della chiesa è a navata unica, sulla volta è possibile ammirare affreschi tra cui “La moltiplicazione dei pani e dei pesci” eseguiti da Giorgio Telliè (1777).
Nei muri perimetrali della navata si susseguono in piccole nicchie le meravigliose statue in gesso raffiguranti i sette Doni dello Spirito Santo opera di Stefano Salterio (1730- 1806).
Ai lati della navata sono collocate sei cappelle ornate da altari tra cui si segnalano l’altare di San Giovanni o della Natività con la tela di Felice Cignaroli, dipinta nel 1767 e raffigurante la nascita del santo, quello di San Domenico con la pala di Agostino Ugolini del 1793 e quello dei Santi Rocco e Sebastiano con il dipinto dedicato ai due Santi di Giorgio Telliè.
Coronano la navata i quattordici tondi della Via Crucis di Agostino Ugolini.
Di grandissimo pregio l’altare centrale (1779); la maestosa architettura si caratterizza per la ricchezza dei particolari e per la varietà e pregio dei marmi usati. Le decorazioni sono state eseguite secondo la tecnica del “commesso” dalla famiglia Corbarelli, grandi maestri di origine fiorentina, ai quali si attribuisce la paternità dell’altare.
Sul fondo dell’abside spicca la pala del santo patrono, San Michele, nell’atto di sconfiggere satana, dipinta da Agostino Ugolini nel 1802 e incorniciata da marmi che richiamano quelli dell’altare.